Miriam
- Carlo Pagnini
- 20 dic 2024
- Tempo di lettura: 3 min
A cura di Paolo Pagnini

Benvenuti al “gioco del dialetto”: lo spunto è sempre lo stesso, ovvero partire da una poesia di Carlo Pagnini, per portare i lettori all’esplorazione dei “segreti” del vernacolo pesarese.
È per questo motivo che, ad ogni uscita, oltre alla poesia (che viene sempre proposta in lingua originale e in una sorta di riscrittura poetica in italiano), il lettore trova anche un glossario ragionato e un QR Code, che darà l’opportunità di vedere lo stesso Carlo Pagnini che interpreta la poesia, e dunque apprezzarne anche “il suono”.
Naturalmente, per questo mese speciale, l’esplorazione dialettale si fa natalizia. La poesia che abbiamo scelto per questo numero, si intitola “Miràm”. Composta nel 2011, è ispirata alla lettura di uno dei preziosi capolavori di Erri De Luca, “In nome della Madre”, che è, appunto, dedicato alla Natalità.
Miriam
Miriàm la i era ancora una fiuléna
cla volta che, a mezz giorne, una vucéna
i la i à “scelta” e, da chel moment,
vruchièda da un baglior e un refol d’ vent,
la i è dventèda medra immacolèda
senza, par quest, ch’ la s’ fussa spaventèda.
Quanta felicità e quanta gioia
t’un cla capana…, t’un cla mangiatoia.
Era la mezanott e qualch minut;
la i era da par lia; senza aiut.
Le bestìi, a giagia, stês par tera, arpost;
le stèva bon, tranquéll e ben compost.
Illuminèda sol da una cometa
la vita, par un po’ armasta segreta,
la i à lascèd la mèdra sa su’ fiol
a contemplès sa i sguard, senza parol.
Poch dop, colpid da un gran dolor profond,
sconvolt da tutt i guèi che c’è t’un st’ mond;
deris, imprigionèd e tormentèd,
senza un parchè precis, chel condanèd,
l’è fnit in croce, tutta cl’agonia,
purtropp, i la i à avuta insiem sa Lia.
Che turbament, che strazi, che dolor…,
epur sa la piètà, perdon e amor,
tutti chj aveniment ch’i à fatt la storia
e i è armast ben incis in tla memoria
i c’ fà prometta, quant c’è l’ocasion,
che d’ora in poi a dventarém pió bon.
Par quest, in t’un sti giorne, ben o mèl,
a ce sgambiém j auguri par Nadèl.
Traduzione:
MIRIAM
Miriam era ancora una bambina
quando a mezzogiorno una vocina
l’ha scelta e sin da quel momento,
avvolta da un bagliore e un refolo di vento,
è diventata Madre Immacolata
senza, per questo, essersi spaventata.
Quanta felicità e quanta gioia
in quella capanna… in quella mangiatoia.
Era mezzanotte e qualche minuto,
era da sola, senza alcun aiuto.
Le bestie stese a terra, un po’ nascoste
stavano buone, tranquille e composte.
Illuminata solo da una Cometa
la vita, per un po’ resta segreta
lasciando la Madre con suo Figlio
a contemplarsi con gli sguardi, senza parole.
Poco dopo, colpito da un gran dolore profondo,
sconvolto da tutti i guai che ci sono nel mondo,
deriso, imprigionato e tormentato,
senza un perché preciso, condannato
è finito in croce, e tutta l’agonia
purtroppo l’ha ricevuta assieme a Lei.
Che turbamento, che strazio, che dolore…
eppure con pietà, perdono e amore,
quegli avvenimenti che hanno fatto la storia
e sono rimasti ben incisi nella memoria,
ci fanno promettere in tante occasioni,
che d’ora in poi diventeremo più buoni.
Per questo, in questi giorni, bene o male
ci scambiamo gli auguri per Natale.
Glossario:
fiuléna = bambina
vucéna = vocina
vruchièda = avvolta
dventèda = diventata - dal verbo dventè, diventare
cla = quella
da par lia = da sola - alla lettera da per lei
a giagia = stese
stês par tera = stese in terra (rafforza e ribadisce il precedente “a giagia”)
arpost = riposte - qui sta per appartate - per esigenze di rima abbiamo tradotto con un po’ nascoste
guei = guai
i la i à avuda = l’ha avuta - il dialetto usa spesso dei rafforza tivi - inoltre Pagnini preferisce, nella declinazione del verbo avere, la à accentata invece dell’ha con l’acca, come si usava un tempo
dventarém = diventeremo - l’uso della a invece di una intuiti va e (in tanti scriverebbero dventerém) rivela la purezza del dialetto di Pagnini
sgambiém = scambiamo - la c che in dialetto è g, come in Nadèl la t che diventa d, sono segni distintivi del dialetto pesare se, quasi delle regole, con, però, tante eccezioni
Nadèl = Natale
IL VIDEO DELLA POESIA IN ESCLUSIVA PER I LETTORI DEL RIFLESSO DELLA NOTIZIA