Il Declino Italiano (terza ed ultima parte)
- Stefano Quadri
- 15 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min

La Guerra dei Trent’anni (1618-1648) avvia un grande declino per l’Italia. I governi spagnoli e italiani, premiando i parassiti, attraverso un fisco che drenava capitali dai ceti produttivi a quelli privilegiati (nobili e preti esenti da tributi), fecero fare all’Italia un salto indietro di alcuni secoli, mentre l’Europa ne stava facendo uno altrettanto rapido in avanti.
Ne risultò “ignoranza, passività morale e la tendenza a sfruttare a proprio vantaggio i difetti e i vizi della Società”. L’Italia, che per 300 anni aveva dominato il mondo grazie al suo slancio industriale e alla sua creatività artistica e intellettuale, era ridotta a un “cimitero” proprio nel momento in cui un nuovo entusiasmo attraversava l’intera Europa.
Questa contrapposizione ha dato il via alla frattura che ha diviso tragicamente i due Occidenti: quello cattolico e quello riformato, il quale, a danno del primo, è il protagonista della storia moderna.
Calvino elimina tutte le autorità, compreso il prete, dicendo al fedele: «Tu sei il tuo sacerdote e rispondi direttamente a Dio. Devi leggere la Bibbia ed interpretarla. Il tuo dovere è lavorare e produrre. Più avrai successo, più significherà che godi del favore divino».
I calvinisti credevano così profondamente in questi principi che all’inizio affrontarono la persecuzione e morirono a centinaia di migliaia. La devastazione causata dalla Guerra dei Trent’anni, nata come una lotta feroce e mortale tra le due Chiese, quella cattolica e quella protestante, detiene probabilmente un primato assoluto nella storia.
Alcuni paesi ne sono usciti letteralmente distrutti, come la Boemia, che perse tre quarti della sua popolazione. L’Italia, che era sotto il dominio spagnolo, fu tenuta al di fuori da questa guerra, ed i pochi movimenti protestanti furono repressi sul nascere da massacri, processi e roghi.
L’Italia, a confronto con ciò che stava accadendo in Europa, era un’oasi di pace. Qui da noi anche figure come Galileo Galilei dove vano stare attente.
Il Sant’Uffizio, nel suo storico editto del 5 marzo GALILEO GALILEI 1616, dichiarò: l’opinione che il Sole stia immobile al centro dell’Universo è assurda, falsa dal punto di vista filosofico e profondamente eretica, perché contraria alla Sacra Scrittura.
L’opinione che la Terra non sia al centro dell’Universo e che abbia una rotazione quotidiana è filosoficamente falsa ed una credenza erronea. La Chiesa pensava di seppellire Galileo, mentre si era data un’altra zappa sui piedi.
Il 12 aprile 1633 Galileo fu arrestato e, sotto minaccia di tortura, dovette ritrattare le sue teorie. L’Inquisizione lo dichiarò colpevole di eresia e lo obbligò a leggere in ginocchio l’atto di ritrattazione. L’uomo era distrutto.
Il processo a Galileo non solo documenta l’oppressione della Chiesa sul pensiero italiano, ma anche il suo anacronismo. Tutto questo accentuò la separazione dell’Italia dall’Europa protestante ed anche da quella parte di mondo cattolico che si stava muovendo verso una maggiore libertà intellettuale, in contrasto con la situazione nel nostro Paese.