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El giogh dle luciulén - Il Gioco delle Luccioline

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Questo è il mese in cui chiudono le scuole di ogni ordine e grado (come si diceva un tempo). Non si chiude invece il nostro “corso mensile di dialetto”. Anzi la voglia di dialetto contagia, come vedremo, anche la TV.


La poesia che abbiamo scelto, particolarmente adatta a questo mese a cavallo tra primavera ed estate, è una piccola riscoperta che dedichiamo ai lettori del Riflesso della Notizia. Non è frequente infatti ascoltarla ed è la prova di come il repertorio di Carlo Pagnini contenga, e a volte nasconda, veri e propri piccoli tesori.


El giogh dle luciulén, composta nel 1977, ha trovato posto in “Qual ca goccia tel mer” (1979 - AAS Pesaro Editore) e nell’antologico “Una vita sa… le mi stranezz” (Nobili Editore 1989). Non c’è invece in “Sa un fil de luc” di Neftasia Editore del 2007, e dunque la traduzione viene realizzata ad hoc ed offerta in esclusiva ai lettori de “Il Riflesso del Dialetto”.


Nelle prime righe abbiamo parlato anche di TV ed eccoci a spiegare. Da qualche settimana infatti, e per diverse settimane ancora, l’emittente Rossini TV ha dedicato nel suo palinsesto quotidiano, ben 8 “finestre” al giorno, immediatamente prima degli spazi informativi, alle “Pillole di Carlo”, estratte dal capiente hard disc del suo generoso e fidatissimo computer.

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Il video della poesia in esclusiva per i lettori del Riflesso della Notizia:


El giogh dle luciulén

Che amirazion par te o lucioléna

quant a t’ vedeva a lampegiè tel scur:

t’er el pió bel divertiment sigur.

Quante mister in t’un cla lampadéna.

Spazand l’aria sa l’ mèn dria a t’ curiva

e po’ ‘na volta presa tutt svaniva.

Ste giogh acsé atraent da grand an s’ fa

mo an s’ pó dimentichèl tant facilment.

Par non abandonèl completament

s’ córr dria cla luc dal nom... felicità.


Il Gioco delle Luccioline

Che ammirazione per te, o lucciolina

quando ti vedevo lampeggiare al buio:

eri di certo il più bel divertimento.

Quanti misteri, in quella lampadina.

Spazzando l’aria con le mani ti ricorrevo

e poi, una volta presa, tutto svaniva.

Questo gioco così attraente, da grandi non si fa

ma non si può dimenticarlo facilmente

Per non abbandonarlo completamente

si corre dietro quella luce dal nome… felicità.


Glossario

Amirazion = ammirazione

lucioléna = lucciolina

lampegié = lampeggiare

scur = alla lettera scuro - qui buio

pió = più - a volte Pagnini, come altri autori dialettali, preferisce la versione con la ù finale sigur = sicuro - qui sta per certo - esigenze di metrica fanno cadere la preposizione dé (di) sigur (di certo, di sicuro)

in t’un cla = cla vuol dire quella - in t’un è un rafforzativo che sta per dentro

spazand = spazzando in senso figurato - pare di vederli, i bambini agitare mani e braccia inseguendo le lucciole, in italiano forse meno poeticamente diremmo sferzando, smuovendo giogh = gioco

acsé = così

atraent = attraente - come spesso già segnalato, il dialetto perde le doppie se dentro la parola

grand = grandi o grande - come in italiano, da grandi qui sta per da adulti

mo = ma

abandonèl = abbandonarlo

córr = corre - se la doppia è in finale di parola, generalmente resta

luc = luce

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