Due Anni di Noi
- Beatrice Terenzi

- 14 lug 2024
- Tempo di lettura: 2 min

Due anni di noi. Nel mese di luglio si festeggia il compleanno del Riflesso della Notizia.
Nel 2022 è iniziato il nostro percorso. Nei mesi si sono succeduti i collaboratori che hanno permesso la realizzazione di un progetto che con parole e immagini vuole raccontare la realtà e il mondo dove viviamo.
Nel corso del tempo abbiamo provato a crescere, modificando, arricchendo, trasformando. Seguendo la corrente della vita che non si riposa mai. In cammino sempre, pur nelle soste mentali necessarie per prendere fiato e riflettere. Perché nulla è scontato e nulla statico. In fieri. Curiosando, approfondendo, lanciando pure sassi. Ma con rispetto e sempre con l’obiettivo della ricerca del bene comune.
Le idee si sviluppano in concetti. Grappoli di pensieri che poi però devono schiudersi in azioni etiche e morali. Per noi è questo lo scopo. Offrire spunti al lettore. Con discrezione, umiltà e semplicità. La consapevolezza si nutre e si coccola. Come un fiore.
La nostra rivista è solo uno strumento per provare a scardinare certe serrature psicologiche e logistiche di una società che si sta incancrenendo per paura di sbagliare. Meglio restare a guardare. Anche quando tutto va a rotoli. L’importante è restare in disparte e non sporcarci o ferirsi.
Questo periodico ha l’ambizione di tentare di aprire certi varchi, con lo scalpello della sensibilità, della generosità, della gentilezza. Chi scrive è alimentato dalla fiammella del tentare.
A volte una testimonianza o solo una foto può provocare delle scosse. I nostri contributi vorrebbero assumere la valenza di segnali di luce. Senza ambizione, anzi al contrario con la volontà feroce di chi parte dal basso e ha fame di risalire. Una cordata di tante persone imbragate per non precipitare.
I nostri articoli sono così, alpini che con piccozze scavano la roccia per piantare degli anelli che permettono a chi è dietro di noi di fissare il suo moschettone e provare a salire. Magari ci si ferma a metà tracciato, magari si inciampa, magari ci si sbuccia le ginocchia, ma l’importante è il movimento in sincronia, legati dalla corda dell’inclusione, della solidarietà, della ricerca di qualcosa di meglio.





