“AD AQUILAM”
- Marta Scavolini

- 2 giorni fa
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DA VILLA A PIEVE (2a PARTE)

Ai piedi del San Bartolo si trova l’area archeologica di Colombarone, che racconta la storia del territorio dal III secolo d.C. agli anni moderni. Gli scavi, ripresi dal 1980 e durati oltre vent’anni, hanno rivelato una straordinaria successione di edifici: una taberna lungo l’antica Via Flaminia, un possibile villaggio rurale e una ricca villa tardo-romana con splendidi mosaici.
...Successivamente nel VI secolo alcuni settori della struttura, quelli di rappresentanza, vennero utilizzati per edificare una chiesa cristiana: il pavimento della sala viene restaurato ed abbellito con un mosaico, lo spazio banchetti diventa l’aula di culto e quella che era la parte finale, pavimentata e rialzata diventa l’abside.
Nasce così la basilica altomedievale paleocristiana, cioè una chiesa con almeno tre navate, la centrale delle quali è rialzata intitolata a San Cristoforo ad Aquilam che verrà poi notevolmente ampliata fino all’VIII secolo come vediamo nella ricostruzione di foto 6. Anche la annessa necropoli insisterà sui re sti della antica villa e ciò è rivelato dal ritrovamento di una tomba a fossa che ha come fondo il mosaico di un vano della domus. Nei secoli a seguire saranno effettuati ulteriori interventi finchè nel X secolo la basilica viene “rimpicciolita” dando vita, con i mate riali di riporto, ad una semplice pieve, chiesa di riferimento per una comunità minore.
Che il luogo sia stato costantemente rimaneggiato è facilmente leggibile da un altro particolare curioso: nell’area è stata ritrovata una tomba che contiene due giovani ragazzi e al suo interno un’antica tegola con incisa la scritta “QCLODAMBROS”.
A prima vista potrebbe sembrare l’abbreviazione di “Colombarone”, ma in realtà è il timbro di “Quinto Clodio Ambrosio di Aquileia”, un’officina laterizia romana del I sec. d.C. La tegola proveniva quindi dalla domus ed era stata recuperata e riutilizzata per quella tomba. Il cimitero medioevale di Colombarone appare composto di numerose inumazioni alcune scavate direttamente su quella che era la pavimentazione della domus, alcune realizzate al di fuori delle mura della basilica in una sorta di area cimiteriale vera e propria con fosse “a cassa” contenenti fino a 7 corpi posti uno sull’altro e alcune più importanti come quella situata sul lato sinistro della facciata della pieve appartenuta ad un presbitero.
Alla fine del XII secolo anche la pie ve “scompare” e al suo posto viene edificata la “Chiesola” della quale è stato possibile recuperare solo un tratto di muro perimetrale perché demolita nel 1858. La lunga storia di “Ad Aquilam” si conclude così (per il momento) nei primi decenni del ‘900 con la costruzione dell’attuale edificio religioso.
(continua)





