Una Società di Valori, ma al Contrario
- Beatrice Terenzi
- 15 apr 2024
- Tempo di lettura: 2 min

I valori. Al contrario. Siamo arrivati a un punto di non ritorno. O quasi. Se fa notizia la gentilezza, l’atto d’amore, l’attenzione, la generosità, il rispetto, l’ospitalità, l’inclusione. Significa che il mondo viaggia all’opposto.
Tutti in piedi se un giocatore si infortuna e le due squadre decidono di sospendere la partita. Applausi al benefattore che decide di devolvere parte della sua ricchezza a una casa di cura. Abbracci al bambino che si siede volontariamente nello stesso banco del compagno di un altro Paese. In una società sana le casse di risonanza dovrebbero essere altre.
Bisognerebbe arrabbiarsi quando è la violenza, la scorrettezza, la mancanza di diritti, l’individualismo, la prevaricazione a prendere piede. E invece ci siamo abituati. È nella norma che ci siano diseguaglianze, razzismo, incomunicabilità, cattiveria.
E di conseguenza il diverso è colui o colei che dimostra cuore. Premi, beatificazioni, eroi. Sì perché chi esce dal coro merita la corona d’alloro. Quando invece sarebbe tutto più facile e bello se il comportamento di ognuno di noi fosse di ascolto, di pace, di sorrisi. Fantascienza.
Basti pensare che si muore uccisi per un parcheggio negato. Ma non si può ricondurre tutto questa devastazione morale al denaro, al potere, alla proprietà. Sarebbe troppo facile. Certo semplificherebbe, a suo modo giustificherebbe. Però il genere umano non lo meriterebbe. O comunque è una classificazione superficiale per i pochi che ancora credono nei valori solidi e strutturati, non quelli da fast food.
Sì, anche se potrà sembrare strano, c’è ancora gente che lotta per uscire dalla melma dove ci siamo ficcati. Sono quelle persone che per un giorno celebriamo, a cui consegniamo una targa o scriviamo un trafiletto sul giornale.
Poi tutto quel poco di bene che è stato festeggiato, in un battibaleno passa in secondo piano, il giorno successivo si torna a urlare, picchiare, sottomettere, insomma a ignorare. Nel suo significato peggiore, fingere di non conoscere in tutte le sue declinazioni: l’indifferenza.