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Osservatorio delle Povertà: i dati del 2022 e Nuove Prospettive


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Firmatari protocollo di intesa per la collaborazione con l'osservatorio povertà da sx: Pandolfi (assessore), Andreolini (CISL), Rossini (CISL), Magnoni (AST), Pietrelli (Caritas), Drago (ATS n.1), Mancini (Caritas), Mura (Università di Urbino)



Come si analizza il regime di povertà di un territorio? E come indagare i processi di impoverimento che lo attraversano? In che modo queste analisi di vengono strumenti per il territorio?


Per rispondere a queste domande è nato nel 2022 l’Osservatorio Povertà Pesaro dalla collaborazione tra Ambito Territoriale Sociale 1, Caritas diocesana di Pesaro e Dipartimento di Economia Società Politica dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.


Nell’orizzonte di sviluppare uno spazio di co-costruzione di saperi e di pratiche per il contrasto, l’attenuazione e la prevenzione della povertà e dell’emarginazione nel territorio dell’ATS n. 1, l’Osservatorio, nato con una prospettiva di lungo termine, si è dato come obiettivi l’analisi del fenomeno povertà nel territorio, l’indagine su processi e cause, l’adozione di strumenti per costruire un sistema di valutazione dell’efficacia degli interventi.


L’ATS n. 1 comprende 7 Comuni (Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio, Montelabbate, Pesaro, Tavullia, Vallefoglia) in cui lavorano complessivamente 23 assistenti sociali. Le 23 assistenti sociali dell’ente locale non si occupano solo della presa in carico di situazioni di povertà, ma anche delle situazioni di fragilità e di tutela rivolte nei confronti di minori, adulti e anziani.


A sostegno delle persone in difficoltà vengono erogati sia contributi economici diretti alla persona (fondi comunali con progettualità e fondi regionali) che interventi a favore della grave emarginazione, per un totale complessivo di 5465 nuclei raggiunti.


I Comuni dell’ATS n. 1, nella presa in carico, hanno potuto constatare che la principale problematica è relativa all’abitare e per quanto riguarda la grave marginalità il problema principale riscontrato è quello sanitario.


Le assistenti sociali del gruppo di lavoro dell’ATS n. 1 riportano che i beneficiari di Reddito di Cittadinanza nell’Ambito è di 4061 persone. Nella piattaforma GePi, lo strumento individuato per la gestione dei casi non attribuiti ai Centri per l’Impiego, i casi assegnati alle singole assistenti sociali sono stati 2411 di cui 1245 con cui è stato sottoscritto un progetto personalizzato, e altri 1166 casi esclusi o esonera ti dagli obblighi in seguito ad analisi preliminare.


Da un’analisi più in profondità dei casi con cui il gruppo ha lavorato nell’anno passato, emerge una netta prevalenza di persone nella fascia tra i 46 e i 65 anni che vivono da sole con una lieve prevalenza di donne.


Il Reddito di Cittadinanza è un beneficio economico condizionato all’adesione al Patto per l’Inclusione Sociale. Come rilevano le assistenti sociali che lavorano con i nuclei percettori di RdC, la risorsa economica non è sufficiente per la fuoriuscita da una condizione di povertà, ma è necessario agire sulle cause all’origine della povertà, attraverso percorsi personalizzati e partecipati.


Caritas Pesaro può contare a livello diocesano, su 127 volontari per un totale di 630 ore di apertura del Centro d’Ascolto. Le 28 Caritas parrocchia li sono attive grazie al contributo di 307 volontari per un totale di 333 ore di ascolto e oltre 8.000 pacchi viveri distribuiti nel 2022.


I volontari sono una risorsa fondamentale per Caritas perché rivestono l’importante ruolo di antenne del territorio e spesso sono la prima interfaccia per le persone che a Caritas si rivolgono. Inoltre contribuiscono con il loro impegno ad animare la comunità in sinergia con i 6 operatori dell’equipe Caritas.


Nel 2022 sono state 1633 le persone incontrate per un totale di 3841 persone raggiunte, in lieve aumento (circa il 10%) rispetto all’anno precedente, ma in costante aumento nell’arco degli ultimi 4 anni.


Le 28 Caritas Parrocchiali si occupano di 30 nuclei familiari in media con picchi sia nelle periferie che nei quartieri centrali. Sono stati circa 600 gli accompagnamenti, una serie di “passi” condivisi dai nostri volontari con le persone che accettano la proposta di percorsi volti all’individuazione e alla realizzazione personale.


Oltre il 20% di chi si rivolge a Caritas porta almeno un bisogno connesso all’abitazione, valore che aumenta considerevolmente oltre il 30% se consideriamo le persone che afferiscono al CdA diocesano.


Per questa problematica, Caritas, grazie all’aiuto di LC Mobili, Biesse Spa, Scavolini e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro ha da pochi giorni inaugurato “Casa Don Giorgio”; una nuova casa di accoglienza per persone senza fissa dimora situata in via Bovio, grazie alla concessione dei locali da parte della parrocchia dei Santi Cassiano ed Eracliano di Pesaro.


Solo il 12,5% di persone incontrate percepisce il RdC: questo dato ci conferma il ruolo di Caritas come riferimento per tutte quelle persone che possiamo definire invisibili, sans papier o senza diritti che non possono accedere a forme di tutela e di sostegno per mancanza di requisiti quali la residenza o il possesso di un permesso di soggiorno.


I minori sono 1/3 delle persone raggiunte, questo è un dato allarmante che ci porta a considerare quanto siano esposte e condizionate le giovani generazioni che crescono in contesti di povertà culturale e materiale e quanto sia importante implementare azioni per spezzare gli anelli di questa catena della ereditarietà della povertà.


L’Osservatorio Povertà Pesaro si propone di continuare a indagare e rafforzare la dimensione epistemologica (essere uno spazio e un tempo di confronto, di riflessione per la costruzione di conoscenze nuove) e la dimensione trasformativa (essere uno spazio e un tempo di ascolto di situazioni complesse promuovendo la capacità di mettere e mettersi in discussione all’interno di una prospettiva emancipatoria e di cambiamento).


Inoltre, a livello macro, portare l’esperienza dell’OPP ad in contrare contesti nazionali e internazionali per promuovere l’attività di advocacy e incidere sulle policy nazionali.


A livello meso, promuovere l’allargamento della rete territoriale delle organizzazioni coinvolte nel processo di conoscenza e consapevolezza sul regime di povertà di un territorio e la facilitazione dei processi.


Infine a livello micro, valutare l’efficacia degli interventi e proseguire nell’analisi qualitativa attraverso le biografie di povertà anche sul lungo periodo.


L’Osservatorio nasce come esperienza di co-programmazione ed è diventato co-progettazione, ma nel lavoro di questo primo anno, ha imparato anche che l’Osservatorio è co-esserci.

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