Napoleone (terza parte)
- Stefano Quadri
- 2 feb
- Tempo di lettura: 2 min

Nel 1801 Napoleone Bonaparte, dopo essersi messo a capo del Consolato (costituito al posto del Direttorio) in veste di Primo Console, venne eletto Presidente della Repubblica Cisalpina, alla quale aveva annesso Novara e Verona fino all’Adige, che rappresentava la frontiera tra la Lombardia francese ed il Veneto austriaco.
Dopo l’elezione a Presidente della Cisalpina, dette lettura della “Costituzione della Repubblica Italiana”; e questo episodio ebbe un grandissimo significato per tutti i patrioti italiani, che speravano di estendere la Repubblica Cisalpina a tutti i territori della penisola.
Nel marzo 1801 Napoleone restituì il Regno di Na poli ai Borbone (lo aveva conquistato nel 1799), e firmò un Concordato con Papa Pio VII. Il 18 maggio 1804 si autoproclamò Imperatore e, nell’aprile del 1805, divenne RE d’ITALIA.
Gli austriaci dissero che Napoleone si era autoproclamato non “Re d’Italia”, ma “Re di tutta l’Italia”. Questo non era assolutamente vero, ma tutte le potenze fecero finta di crederci per dichiarargli guerra.
Napoleone, che lo immaginava, nominò Eugenio, il figlio di Giuseppina, come Viceré, lasciò Milano per mettersi alla testa delle sue truppe e, con l’annessione di Genova, fece entrare in guerra anche l’Inghilterra.
Il 9 agosto 1805 si creò l’alleanza anglo-russo-austriaca ed iniziò una guerra alla fine della quale, come vedremo in dettaglio, l’Italia subirà un ennesimo rimescolamento delle carte.
Napoleone sconfisse l’Austria, sferrando l’attacco decisivo a Austerlitz il 2 dicembre 1805. Dopo questa vittoria aggiunse il Veneto (19 gennaio 1806) e subito dopo anche il Regno di Napoli (15 febbraio), che venne affidato a Gioacchino Murat, cognato di Napoleone.
Nel maggio 1808 venne annesso all’Impero Francese il Granducato di Toscana e nel maggio del 1809 anche lo Stato Pontificio. Roma divenne così una città imperiale; la secolare bandiera pontificia venne ammainata e sostituita dal tricolore francese. Adesso davvero tutto il Regno Italico era sotto il controllo di Napoleone Bonaparte.
Papa Pio VII emise una bolla di scomunica e per tutta risposta venne arrestato ed esiliato, dapprima a Savona e nel 1812 a Parigi.
Nel giugno 1812, non soddisfatto di tutte queste vittorie, Napoleone dichiarò guerra alla Russia del lo Zar ed iniziò una lunga marcia nel cuore della Russia, a capo di una “Grande Armata” forte di 800.000 uomini (tra cui 30.000 lombardi e 8.000 napoletani) sotto il comando di Murat.
Alla Russia si allearono immediatamente Prussia, Austria e Inghilterra (la “Santa Alleanza”), sconfissero una prima volta Napoleone, che venne esilia to all’isola d’Elba, e restaurarono la corona borbonica a Parigi (Luigi XVIII).
Napoleone, nel febbraio 1815, rientrò segretamente in Francia, ricompose un esercito di 130.000 uomini, ma venne definitivamente sconfitto a Waterloo dalla “Santa Alleanza”.
Questa volta venne esiliato nell’Isola di Sant’Elena, a 2.000 Km dalla costa africana, ove morì, sei anni dopo, il 5 maggio 1821, all’età di 52 anni.