Gli Albori del Risorgimento
- Stefano Quadri
- 2 apr
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Il Risorgimento fu un movimento elitario di uomini che non seppero parlare e coinvolgere il popolo. Per questo motivo tutta la loro vita sarà solo una serie di delusioni.
Li vedremo insorgere nel ’21, nel ’31 e nel ’48, lanciando appelli al popolo, che non si muoverà o, addirittura, li consegnerà alla milizia. E non poteva essere altrimenti, perché nessuno aveva parlato al popolo. Tutto veniva fatto tra adepti; nessuno volle rivolgersi alle masse, considerate, come faceva la Chiesa, “gregge”.
Esattamente come continua ad accadere in alcune situazioni ancora oggi.
Sembra che la prima organizzazione segreta ad attecchire in Italia sia stata quella dei Raggi, cosiddetta perché si diffondeva a raggiera dalla casa madre di Bologna. Nata nel periodo della Repubblica Cisalpina (1796 1804), in difesa delle libertà repubblicane e dell’autonomia italiana, si estese a tutta l’Italia centro settentrionale.
In ogni capoluogo c’era una succursale formata da 5 “patrioti” sotto la guida di un “capo-colonna”. Essi erano in stretto rapporto con i giacobini di Parigi e volevano la liberazione dell’Italia tramite un moto rivoluzionario dal basso.
Alcuni dei tanti Patrioti che parteciparono al movimento dei Raggi furono:
Filippo Buonarroti (1761-1837): arrestato assieme a Babeuf nel 1797, venne rinchiuso nella fortezza di Cherbourg fino al 1803. Dal 1824 al 1830 svolse attività nell’ambito della Carboneria;
Giuseppe Lahoz Hortiz (1766-1799), fu il principale organizzatore delle sollevazioni repubblicane in Piemonte nel 1797. Cadde sotto le mura di Ancona nel 1799;
Cesare Paribelli (1763-1847), arrestato a Napoli nel 1793 per aver tenuto discorsi democratici;
Giovanni Fantoni (1755-1807), arrestato nel 1799 perché si oppose all’unione del Piemonte con la Francia.
I Raggi non ressero alla repressione poliziesca, ma da essa nacquero molte altre organizzazioni che reperivano i loro adepti soprattutto nei ceti medi. Una delle prime ad essere fondata fu la Carboneria. A fondarla fu un commissario politico francese di nome Briot, venuto a Napoli nel 1806 come prefetto, il quale, nel 1799 da deputato giacobino, a Parigi aveva fatto un violento discorso in favore dell’unità italiana contro la politica del Direttorio che l’ostacolava.
Tutti i patrioti passarono per la Carboneria e molti di loro morirono da eroi. La Carboneria, tuttavia, non fu una scuola di educazione politica, perché la manovalanza non veniva mai chiamata a partecipare alla formazione politica.
Questo fu il lato negativo della Carboneria, che più tardi spinse Mazzini a divorziarne e a combatterla, dando vita alla “Giovane Italia” che aveva come obiettivo unire l’Italia dal basso.
Figli e nipoti dei Carbonari furono quelli che governarono l’Italia fino alla prima guerra mondiale e che mantennero il vizietto di considerare il Paese una manovalanza da escludere dal processo decisionale.
È lo stesso “vizietto” presente ancora oggi in al cune persone che governano l’Italia: non lo fanno da rappresentanti del popolo, ma da “pastore del gregge”.