Largo ai Giovani
- Matteo Fattori

- 25 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Se dopo la pesante batosta casalinga patita all’esordio di campionato dalla Vuelle contro Livorno, il coro dei soliti detrattori aveva portato litri e litri di acqua al proprio mulino, farfugliando critiche piene di bile su tutte le scelte societarie operate sin qui, le immediate vittorie seguenti, hanno prontamente zittito (momentaneamente) tutti.
E quali erano le critiche? Tra le più edulcorate: Miniotas non è un pivot, Felder è un giocatore finito e soprattutto: troppi giovani in squadra. Ebbene. Se sugli stranieri il giudizio a così poco tempo dal via non può che rimanere sospeso (e su Felder pesa anche l’infortunio patito a Roseto che lo terrà fuori per qualche tempo dal parquet), sui giovani invece ad oggi si può guardare con tanto ottimismo. A Maretto (classe 2004), che già si conosceva, si sono aggiunti Virginio (2003), Bertini (2002) e Trucchetti (2006), che hanno portato tanti mattoncini alla causa nelle belle prove offerte in ottobre.
L’amministratore delegato Dalla Salda è stato chiaro: la squadra andava rivoluzionata rispetto all’anno passato, dove non aveva prodotto ciò che si sperava. E dati i diversi contratti pesanti in essere, l’unico modo per farlo senza spendere cifre non consentite dal povero budget a disposizione era quello di scommettere. In sede di mercato sportivo (non solo cestistico) le scommesse possono essere di vario tipo: giocato ri reduci da infortuni, da pessime stagioni, finiti per qualche strano motivo nel dimenticatoio, perfetti sconosciuti oppure giovani rampanti con garretti buoni e tanta fame di arrivare in alto.
La scelta degli italiani è dunque caduta proprio su quest’ultima categoria. Se proprio bisognava rischiare, almeno che lo si faccia su gente atleticamente fresca e col potenziale per crescere ancora. E la truppa degli “sbarbati” biancorossi, ben capeggiata dai senatori Tambone (1994), Bucarelli (1998) e De Laurentiis (1992), ha sin qui risposto presente. Tranne uno: il pivot maliano Fainke (2005), l’ultimo ad arrivare, che appare nettamente il più acerbo e indietro della compagnia. Il materiale fisico e atletico è però di prim’ordine e si spera che anche per lui sia solo questione di tempo.
Piano però con le lodi sperticate, perché è nella logica delle cose che i giovani pesaresi possano passa re da un estremo all’altro, altrimenti si chiamerebbero Doncic, Bodiroga o Wenbanyama, decisivi e super campioni sin da giovanissimi. Perché come insegnava Alessandro Manzoni è facilissimo passare dalla polvere agli altari e viceversa. Il campionato è lunghissimo ed estenuante. Ci sarà bi sogno di tutti, tifosi compresi, tranne dei detrattori di professione di cui sopra, che escono fuori dal guscio solo quando si perde.
Tornando alle scelte di mercato, anche gli stranieri non sfuggono alle opzioni già elencate. Miniotas era un perfetto signor nessuno, praticamente quasi mai uscito dalla natìa Lituania. E Felder un grande giocatore, finito nel dimenticatoio dopo l’ultima stagione trascorsa più a casa a giocare coi figli che in campo.
Il DS Egidio lo ha pescato dal cilindro quasi incredulo che nessuna squadra in estate avesse pensato a lui. Eppure è così e questo dimostra che il mare magnum dei giocatori disponibili è davvero sconfinato, basta saperli cer care, convincere e avere anche un pizzico di fortuna, che talvolta, fa la differenza.




