Sognare senza limiti: a inizio anno si può
- Paolo Pagnini 
- 15 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min

Gennaio è il mese giusto per dedicarsi ai “buoni propositi”. Visto che con l’età abbiamo però accumulato abbastanza esperienza da sapere bene che certi propositi, soprattutto i migliori, hanno scarse possibilità di realizzarsi, adotto l’espediente di trasformarli direttamente in sogni.
In pratica descrivo (per sommi capi) come io sogno il mio mondo ideale. E poi a fine 2023 vedremo di quanto continua a discostarsi il mondo sognato da quello reale. Confesso che si tratta di un giochetto che faccio da diverso tempo, e che, ahimé, non richiede, anno dopo anno, neppure troppi aggiornamenti. Allora, vediamo un po’:
- Nel mio mondo ideale sono spariti i contanti e dunque non c’è più lo spaccio di droga e nemmeno le rapine, i furti, la ricettazione e l’evasione fiscale, quella… “spicciola” (e altre inezie illegali, come lavoro nero, corruzione ecc.); sì, ne ho già scritto e parlato in passato, e penso proprio che ne scriverò e parlerò ancora. 
- La totalità degli spostamenti urbani avviene con mezzi pubblici elettrici, puliti, efficienti, veloci, puntuali, frequentissimi e gratuiti. Poco traffico, aria più pulita… E poi così la breve passeggiata che ognuno deve fare per raggiungere le fermate contribuisce al benessere psico-fisico personale; a titolo di “bonus” ci aggiungo anche tante pedalate, con biciclette muscolari o a pedalata assistita, disponibili ovunque anche in uso gratuito. 
- Un efficiente servizio di taxi pubblici a costo simbolico, risolve il problema di chi, per muoversi, ha esigenze speciali. 
- I mezzi privati (ibridi o elettrici) sono invece utilizzati solo per spostamenti extraurbani, e principalmente per uso ricreativo, visto che anche i treni sono veloci, puliti, puntuali ecc. ecc. 
- L’orario lavorativo non supera le 25 ore settimanali, organizzate in turni per garantire l’apertura dei negozi e dei vari servizi culturali, ricreativi, sanitari, ecc. “da presto a tardi”. 
- Siccome tutti lavorano al massimo 25 ore la settimana, intanto la disoccupazione è a livelli vicini allo zero, inoltre ad ognuno resta un sacco di tempo da dedicare alle attività preferite (ricreative, sportive, culturali, turistiche...) e dunque il sistema (anche economico) “gira”. 
- In pensione ci si può andare a partire da 55 anni. Ovviamente non è obbligatorio, perché c’è anche chi senza il suo lavoro non saprebbe vivere. Ma chi preferisce può scegliere di dedicare la parte, per così dire, conclusiva della sua vita a partecipare ad attività di vario genere, e può farlo per lungo tempo e in salute; con grande beneficio anche in questo caso per l’economia generale soprattutto per quanto riguarda iniziative turistiche, ricreative, di spettacolo; oppure può dedicare un po’ del suo tempo a collaborare ad associazioni di volontariato sociale, culturale o artistico. 
- Tutti gli edifici pubblici sono veri e propri laboratori di bioedilizia applicata; le scuole sono aperte 18 ore al giorno ed ospitano, oltre ai regolari corsi scolastici, anche sessioni di formazione professionale di aggiornamento e approfondimento, conferenze, readings, saggi, concerti, spettacoli... 
- La sanità è pubblica, gratuita e di massima eccellenza (ché l’eccellenza è già per definizione qualcosa di “massimo”, ma così si capisce meglio). 
- Dopo aver pagato le tasse, quello che resta è di gran lunga molto più che sufficiente a vivere una vita piena e ricca e senza alcuna rinuncia, per cui anche se la percentuale è alta, nessuno saprebbe più dare un senso e un significato alla antica e ormai obsoleta e dimenticata espressione: “pressione fiscale”. Eccolo qua, in dieci punti, il mio sogno senza limiti per il 2023. Non è curioso che nessuno dei dieci punti faccia mai parte delle pur fantasiose promesse di chi vorrebbe periodicamente conquistare il mio voto? Ah, dimenticavo: nel mondo ideale dei miei sogni, i cani non fanno la cacca; perché io sarò anche un sognatore, ma immaginare un mondo dove tutti i proprietari la raccolgano, è troppo anche per il più sognante dei sogni sognabili. Ché quando è troppo è troppo, e anche i sogni hanno un loro invalicabile limite di 





