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Raccolta Differenziata: una Scelta di Libertà


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Imprenditori all’ascolto (o meglio “in lettura”) ascoltatemi (leggetemi) tutti, perché sto per REGALARVI una grande idea.


È opportuno chiarire che l’intuizione mi nasce, più che dal fastidio inevitabile del dover fare spesso uno slalom tutt’altro che speciale ma molto impegnativo e non sempre coronato da successo, tra i regalini poco gradevoli di cui sono costellati i nostri percorsi pedonali, dalla autentica, diciamo così, tenerezza che mi fanno certi proprietari di bestiole di varia taglia, all’atto di certo amorevole, ma che nessuno mi convincerà essere altrettanto piacevole, del prelevare dal selciato, con un sacchetto rivoltato e infilato a mo’ di guanto, il maleodorante, molliccio e caldo frutto, e peraltro frequentemente principale motivo della passeggiata, e poi, ribaltato il guanto/sacchetto, portarselo dietro stile pochette, fino a dove chissà, presumo fino al primo bidoncino, quando non forse fino a casa.


Ecco. Quando li vedo penso: “ma davvero?” È che, lo ammetto, non so abituarmi all’idea. “Ma davvero?” Non voglio però entrare nei temi dell’amore per gli animali, della necessità fisiologiche degli stessi, e della pari necessità di tenere pulita la città, e soprattutto i marciapiedi (ho il sospetto che per i prati il discorso, complice l’altezza variabile del manto erboso, sia percepito come diverso, e poi lì, come si dice, “è tutta natura”) dello spirito di sacrificio del proprietari, a volte costretti al gastrico accompagno anche al freddo, sotto la pioggia, magari febbricitanti… no, no, lasciamo perdere.


Quello di cui oggi voglio occuparmi è: ma possibile che non si può fare diversamente? Possibile che il gatto, la personificazione animale dell’indipendenza, della libertà, del menefreghismo assoluto, ha imparato (come, quando, da chi?) a farla in casa, in un apposito spazio adibito e attrezzato allo scopo, e il cane bisogna portarlo, anzi farsi portare, a zonzo dovunque abbia deciso e all’ora che il quadrupede ha scelto?


Ed ecco qua, scodellata calda calda (ehm) l’idea imprenditoriale vincente. Ho una specie di visione: eccola lì, la piccola “turca”, con apposito spazio appoggia zampe, magari piazzata a fianco della tazza degli orgogliosi padroncini.


Dai, non ditemi che il miglior amico dell’uomo, il cane che torna per anni sulla tomba del per sempre amico umano, che percorre migliaia di chilometri e ritrova la sua casa, che a sprezzo del pericolo salva vite sotto le macerie, che più infallibile dei poliziotti stana spacciatori in possesso di verdura illegale, che cresce coi figli, che presta i suoi occhi a chi non li ha più buoni, che riporta legnetti e cacciagione, che indica il luogo dove giace il tubero più prezioso, che si produce in incredibili esercizi di agility, insomma lui, disposto a tutto, non sarebbe felice di imparare anche a farla lì, nel buco giusto?


Secondo me, se addestrato a dovere, dopo un po’ si divertirebbe anche a tirare l’acqua. Non tramite una, peraltro ormai quasi scomparsa anche nell’uso umano, catenella, ma con un apposito e ben progettato pulsante da azionare con la zampa.


Naturalmente qui l’idea imprenditoriale è varia e articolata, andando dalle più diverse fogge di w.c. per cani, magari anche con doccetta a spruzzo in corporata, a tutto il mondo del necessario addestramento.


E in una amen, anzi in un bau, finalmente tutti liberi. Chi di camminare guardando finalmente il cielo e pensando ai casi suoi, chi di passeggiare col suo migliore amico peloso, dopo che entrambi, magari insieme, siano passati per quello che i nostri anziani chiamavano “el locomod”, aplologia dialettale di luogo comodo, in modo da evitare la necessità di scomodi e improvvisi rientri in casa o di improvvise emergenze proprio lì, nel mezzo dei finalmente lindi marciapiedi.

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