La Guerra che Piace
- Paolo Pagnini 
- 15 ago 2023
- Tempo di lettura: 2 min

Piace a tutti questa guerra, che all’inizio ci ha tutti un po’ sorpreso, ma alla quale, evidentemente, tutti ci siamo poi velocemente abituati.
Piace, naturalmente, ai signori della guerra, a quelli che producono e vendono armi, e che di solito sono costretti ad un marketing non proprio cristallino, ma che invece in questo caso, hanno la loro rivincita. Il prodotto, finalmente, si vende, si trasporta, si consegna e si consuma, in piena trasparenza, e col sostegno di chi si proclama contrario al principio generale, ma poi firma con entusiasmo la copia commissioni.
Piace alla stampa, nazionale e internazionale, che ha lì sempre pronta una scorta inesauribile di “notizie” (mi scuso per le virgolette), da somministrare al bisogno, in qualunque forma e formato.
Piace a storici, storiografi, politologi, filosofi, strateghi, ed esperti in generale, che si conquistano come minimo il proprio warholiano quarto d’ora di celebrità, ma che non di rado debordano a superare ore a decine.
Piace ai guerrafondai. Agli sterminatori per passione, che possono dare sfogo ad ataviche pulsioni, in tutte le forme di espressione consentite dalle moderne tecnologie, quando non andare a farlo proprio di mestiere. Perché un posto di lavoro con lauto stipendio, per andare in terra straniera a rischiare la propria e la altrui vita, chi ha un buon curriculum da inviare alle apposite agenzie, lo trova di sicuro.
Piace ai pacifisti, che hanno un nemico vero, antagonista reale, cattivo riconosciuto, in carne ed ossa, con nome, cognome e indirizzo.
Piace ai due litiganti, che, ognuno dal suo lato della scacchiera, muovono le proprie pedine e portano avanti, a volte a sorpresa, a volte con l’accuso, le mosse giuste, e anche quelle sbagliate, ma sempre, sempre nel ruolo, e nella convinzione esibita e proclamata di doverlo proprio fare.
E se piace ai due litiganti, figuriamoci se non piace al terzo, anzi a più di un terzo, che di terzi gaudenti, in questa storia, ce ne sono parecchi.
Piace ai distruttori, ma anche ai costruttori. Anzi ai ricostruttori, che stanno preparando planimetrie, piani di sgombero macerie, progetti di edilizia post bellica, da presentare appena escono i bandi.
Insomma, piace a tutti. O meglio, a quasi tutti. Perché in effetti, qualcuno a cui non piace, c’è. E sono quelli che sotto alle bombe, sia singole che a grappoli, ci perdono tutto, anche la vita. Insomma ci muoiono.
Una volta, nelle altre guerre, quelle che non piacevano, quelli lì li chiamavano “effetti collaterali”. Adesso non più. Non ne parlano proprio. Quasi che non esistano. Né prima da vivi, né dopo da morti. Sarà che loro, quelli che muoiono, sono un po’ la dimostrazione chiara e lampante che qualcosa che non va, anche in questa guerra che piace, evidentemente c’è…
Ma pazienza. Nessuno è perfetto. E allora, pensando a questa guerra, mi torna in mente lo slogan vincente di una pubblicità di successo ideata anni fa per un’agile vetturetta: ecco, proprio come quell’utilitaria alla moda, anche questa guerra fuori dal tempo piace, alla gente che piace.





