A Rossini piaceva il Carnevale!
- Paolo Pagnini 
- 15 feb 2023
- Tempo di lettura: 2 min

A Rossini il Carnevale piaceva! Lo sappiamo, perché ce lo racconta nientemeno che Massimo d’Azeglio nella sua autobiografia postuma “I miei ricordi”, del 1867, nell’aneddoto della “mascherata”, ideata in occasione del Carnevale romano del 1821, che vede Rossini e Paganini, travestiti da donna, girare per le strade suonando la chitarra e, assieme ad una allegra compagnia, cantare “quattro versacci” appena scritti e musicati: “Siamo ciechi, siamo nati per campar di cortesia, in giornata d’allegria non si niega carità”.
Ecco perché penso che a Rossini sarebbe potuta piacere anche questa mia idea, presentata agli Stati Generali del Turismo nel 2017, e che da allora se ne sta quieta e dormiente, comunque fiduciosa, in attesa di essere realizzata. Magari l’occasione potrebbe arrivare proprio in occasione di Pesaro 2024.
Insomma l’idea, assopita in uno dei meandri digitali del mio iMac, è quella di dedicare il periodo a cavallo della fine di febbraio a una serie di celebrazioni in stile carnevalesco, dedicate proprio a lui, al Cigno; una sorta di R.O.C. - Rossini Opera Carnival (dai, si fa per scherzare), da far diventare il “nostro Carnevale”, con l’alibi che è lì che cade il suo di lui compleanno/ non compleanno, che come è noto viene proprio nel cosiddetto “giorno in più”: il 29 febbraio (tra l’altro il 2024 sarà proprio bisestile).
Un perfetto mix tra festa popolare e rievocazione storica, a celebrare una grande ricorrenza dedicata a un dei principali temi cittadini. L’idea riprende dunque le atmosfere del Carnevale, sviluppandole sui riferimenti sia ai costumi dell’epoca Rossiniana (1800) che a quelli delle diverse ambientazioni delle sue opere, con l’obiettivo di coinvolgere tutta la città in un grande periodo di festeggiamenti per la ricorrenza del compleanno/non compleanno di Rossini, che a questo punto, a seconda delle diverse cadenze annuali, diventa anche un “Carnevale/non Carnevale”.
Il programma che mi piace immaginare, coinvolge tutta la città e, per riprendere l’analogia con i carnevali più famosi del mondo, qui, ci troviamo più dalle parti di Venezia, che non di Rio: senza sfilate, carri allegorici, lancio di dolciumi, (con buonissima pace dei nostri vicini di casa e del loro Carnevale più antico e più dolce d’Italia) ma con l’allestimento personalizzato e l’utilizzo dedicato di spazi al coperto e all’aperto, che diventino teatro di rappresentazioni musicali, set video e fotografici, sede di feste ecc.
L’intera città (conservatorio, istituti scolastici, orchestre, cori, bande, fondazioni, enti, associazioni, scuole di ballo, palestre, agenzie di spettacolo, sartorie, noleggi di costumi, emittenti radiofoniche e televisive, siti web, quotidiani e periodici) insomma, si mette all’opera con iniziative culturali e gastronomiche, concerti in maschera, highlights di opere con pubblico rigorosamente in costume, feste pubbliche e private, personalizzazioni a tema di attività commerciali, ristoranti e locali.
Che bello immaginarsi la rappresentazione di un’Opera di fronte ad un pubblico completamente mascherato a tema! Scrive d’Azeglio: “Erano a Roma, Paganini e Rossini, cantava la Lipparini al Tordinona. S’avvicinava il Carnevale, e si disse una sera: «Combiniamo una mascherata». Che cosa si fa? Che cosa non si fa?” E tu cosa farai? Hai già scelto il tuo costume?





